LA RI-ABILITAZIONE COGNITIVA…in pillole!

La differenza tra riabilitazione ed abilitazione è sottile ma non trascurabile, specie per gli “addetti ai lavori”.

Genericamente riabilitare significa sia intervenire per recuperare un’abilità precedentemente acquisita ma andata perduta (pensiamo ad esempio ad una funzione cognitiva divenuta deficitaria dopo un evento cerebrale) sia riportare su una linea di sviluppo tipica un’abilità che si sta evolvendo in modo atipico (questo ad esempio è il caso dei disturbi dell’età evolutiva).

Mentre abilitare significa favorire l’acquisizione di un’ abilità non ancora emersa, attivare al meglio una competenza non ancora posseduta.

Tecnicamente nel caso di un ritardo nell’acquisizione di un’abilità scolastica o di una più generica difficoltà scolastica sarebbe più opportuno parlare di abilitazione, poiché si sta lavorando per consentire l’emergere dell’abilità strumentale (che sia lettura, scrittura o calcolo) non ancora completamente emersa; mentre nel caso di un Distrubo Specifico dell’Apprendimento (DSA), in cui l’abilità strumentale si sta evolvendo in modo atipico, è possibile parlare di riabilitazione.

Ad ogni modo, possiamo superare questa dicotomia parlando di Ri-Abilitazione, volendo così riferirci trasversalmente ad entrambe le accezioni del termine.

La ri-abilitazione cognitiva è peculiare e si distingue da altri tipi di intervento poiché fondata sui alcuni principi di base(1,2), condivisi nella teoria e nella pratica clinica in ambito adulto e in ambito evolutivo:

 

• L’assunto base della ri-abilitazione cognitiva è quello della plasticità cerebrale, secondo cui l’organizzazione del nostro sistema nervoso non è statica bensì modificabile;

• La ri-abilitazione cognitiva si basa su una diagnosi neuropsicologica, a sua volta possibile solo dopo un’attenta valutazione;

• La ri-abilitazione cognitiva è specifica per funzione ed elaborata rispetto ad un modello neuropsicologico di comprovata validazione empirica;

• La ri-abilitazione cognitiva è “goal-oriented”: gli obiettivi terapeutici sono stabiliti in riferimento ai bisogni della persona, ai suoi punti di forza ed ai suoi punti di debolezza;

• Gli strumenti e i tempi riabilitativi sono scelti in base alle risorse cognitive, emotive, comportamentali e sociali della persona;

• La riabilitazione cognitiva è ecologica: modi, tempi ed obiettivi terapeutici tengono conto del funzionamento della persona nella sua vita quotidiana;

• La riabilitazione cognitiva è una relazione…richiede l’alleanza terapeutica tra terapeuta e assistito e tra terapeuta e familiari/caregivers;

• La riabilitazione cognitiva enfatizza la collaborazione e la partecipazione attiva della persona al trattamento;

• La riabilitazione cognitiva promuove l’empowerment ed il senso di autoefficacia;

• Le sedute riabilitative, i piani di trattamento e le attività devono essere costantemente aggiornati in funzione dei risultati ottenuti agli assessment intermedi e della performance della persona;

• La riabilitazione cognitiva richiede una misurazione oggettiva dei risultati e dell’efficacia dell’intervento; altrettanto importante è valutazione del cambiamento qualitativo così come percepito dalla persona, in contesto ecologico.

 

Applicare questi principi dalla teoria alla pratica clinica è senz’altro compito del buon riabilitatore…ma scegliere e valutare la qualità di un intervento sulla base di questi principi è possibilità e responsabilità dell’utente!

 

A cura della dott.ssa Anna De Nigris, Psicologa, Psicoterapeuta, Specialista in Neuropsicologia

 

Riferimenti Bibliografici:

1.    Mazzucchi A. La riabilitazione neuropsicologica. Seconda Edizione; Masson Elsevier. 2006

2.    Sohlberg M.M., Mateer C.A. Cognitive Rehabilitation. An integrative neuropsychological approach. The Guilford Press. New York London. 2001